Il Buono, il Brutto e il Cattivo

   
  PREMESSA STORICA
Per oltre mezzo secolo, il mercato dominante delle produzioni stereoscopiche è stato quello degli Stati Uniti d'America per diverse motivazioni tra le quali la passione posta nella ricerca di nuove tecnologie atte ad enfatizzare la qualità e spettacolarità dei film per mantenere sempre ai massimi livelli l'afflusso del pubblico ed alimentare così la potente macchina industriale sottostante. A tal fine, si spinse particolarmente anche nell'inserire ripetutamente scene nelle quali lo strumento stereoscopico fosse affiancato e di sostegno ad effetti abbastanza scontati, come mani rivolte verso il pubblico, oggetti volanti verso lo spettatore: questo poiché si era subito notato che il pubblico si emozionava particolarmente con questo tipo di scene.

Fotogramma Imax
In questo periodo storico si affermò come vincente la tecnologia IMAX che arrivo nel suo sviluppo a produrre una particolare camera cinematografica con pellicola 70 mm e la presenza di due ottiche affiancate parallelamente con una distanza interottica molto simile a quella interoculare umana: le immagini destra e sinistra venivano impressionate affiancate sulla grande superficie sensibile offerta dalla pellicola 70mm.




La grande qualità di colore e incisione che si andava ad ottenere, consentiva poi una proiezione su schermi talmente vasti da coprire praticamente l'intero campo visivo degli spettatori, evitando così alla radice il problema del "window conflict" del quale parleremo successivamente. Il tutto veniva sostenuto da rivoluzionarie lampade ad elevatissima luminosità, così da dare pieno risalto alle immagini su questi enormi schermi. Questi schermi, inoltre, spesso erano su superficie concava verso lo spettatore così da dare piena corrispondenza tra le immagini riflesse e il nostro sistema fisiologico d'interpretazione della stereoscopia basata su un piano di convergenza ricurvo ("oroptero"). Erano i tempi d'oro nei quali anche il cinema tradizionale si permetteva lunghissime produzioni su pellicole 70mm proiettate poi su grandi schermi tipo "Cinemascope".
Tutto questo aveva però un grandissimo limite negli altissimi costi di produzione per cui venivano prodotti in IMAX quasi sempre documentari di breve durata con conseguente e rapidissimi ricambi degli spettatori ogni 30 minuti che giustificavano questi impegni economici.

Cinema-Scope Purtroppo, la necessità di produzioni a costi inferiori e la necessità di rendere compatibili i film con lo schermo televisivo, ha fatto piano piano abbandonare questa tipologia di produzione, portando il formato cinema sempre più vicino al 16:9 delle telecamere digitali con la conseguenza che praticamente tutte le sale cinematografiche hanno abbandonato gli schermi super panoramici per far posto a più modesti schermi con rapporto 1:1,84 o al massimo con rapporto vicino a 1: 2,5.


CONSIDERAZION TECNICHE

Dover utilizzare quindi finestre di visione di dimensioni e ratio più limitati nelle sale cinema, e ancor più in uno schermo televisivo, ha portato tutta una nuova e delicata serie di problematiche che è necessario conoscere e gestire per una corretta riproduzione stereoscopica. Cercheremo di sintetizzare i punti fondamentali che obbligano oggi ad utilizzare tecnologie diverse per ottenere una buona produzione.
stereopso

Il sistema umano d'interpretazione della stereoscopia, "stereopsi", prevede il piano di visione "collimato" (nel quale l'immagine viene riconosciuta nel miglior modo) di forma concava verso lo spettatore per quanto riguarda gli oggetti vicini e di media distanza: tutto questo, riprendendo con camere parallele come in IMAX, non era ed è possibile, poichè le due immagini sono stampate su piani virtuali piatti, ma nelle sale IMAX, con i proiettori posti in modo opportuno e con il grande schermo di forma concava, si riproduceva in modo ottimale questo obbligo visivo. Oggi i migliori schermi cinematografici hanno piccolissimi angoli di curvatura utili per la migliore riflessione della luce, ma assolutamente non sufficienti a riprodurre il piano di collimazione stereoscopica.

stereopsi
Da tutto questo consegue la prima regola dell'attività di ripresa stereoscopica:
1- con gli attuali sistemi di proiezione e riproduzione su schermo piatto è necessario riprendere con ottiche posizionate con angoli di convergenza atti a simulare un piano curvo di collimazione stereoscopica "oroptero".
La tecnologia a camere parallele è assolutamente inadatta alle produzioni su schermi piani, perchè obbliga il sistema cerebrale a un forte impegno per l'interpretazione di coppie d'immagini non coerenti; la sensazione di disagio che deriva dalla visione di filmati girati con ottiche parallele, è tanto più forte quanto più delicato e sensibile potrà essere l'osservatore. Purtroppo,molte produzioni stereoscopiche degli ultimi anni e di oggi utilizzano questa vecchia tecnologia probabilmente, a nostro, parere, per scarsa conoscenza di questi problemi fisiologici e per la grandissima facilità che consente la riprese ad ottiche parallele. Si potrebbe arrivare ad affermare che per la riprese ad ottiche parallele non sia neppure necessaria la presenza dello stereografo sul set, poichè le due ottiche rimarranno nella grandissima parte delle riprese in posizione fissa. Tutto questo poi richiede un impegnativo lavoro di post produzione (nel tentativo di riportare le immagini a riprodurre in modo virtuale il piano curvo di collimazione) con diverse funzioni di distorsione presenti nei software di post stereoscopica: il risultato comunque non sarà mai di qualità neppur lontanamente confrontabile a quello ottenuto con tecniche di ripresa convergente e inoltre si andrà quasi certamente a ridurre la qualità finale digitale "stampata" per gli interventi di zoom, distorsione, ecc, attuati in post produzione.

Un'altra problematica che deriva dall'utilizzo di schermi cinematografici nei quali lo spettatore ha la percezione chiara e netta del bordo schermo (poiché rientra nel suo campo visivo), è il cosidetto "window conflict" che, con telecamere in posizione parallela, è molto spesso impossibile gestire correttamente. Un attore o un oggetto ripresi in primo piano o in piano americano risulteranno come "tagliati" dal bordo schermo inferiore: in questa situazione, specialmente se il personaggio risulta vicino alle camere, in tecnica parallela avrò uno scostamento, in parallasse negativa (diplopia crociata) per il quale il nostro sistema d'interpretazione stereoscopica "automaticamente" tenterà di porre il soggetto in uscita frontale verso lo spettatore...fortunatamente però non siamo stupidi e il cervello elabora il seguente ragionamento "com'è possibile che veda una figura umana fuori dallo schermo se la parte inferiore del corpo risulta essere dietro alla cornice dello schermo, in quanto non visibile?"... Tutto questo rappresenta quindi un forte conflitto per il nostro cervello che matura un disagio derivante da informazioni incoerenti.

Da tutto questo consegue la seconda regola dell'attività di ripresa stereoscopica:
E' necessario gestire in modo intelligente i soggetti tagliati dal bordo schermo, cosa possibile con buona qualità solo tramite la tecnica di ripresa convergente.
Abbiamo riportato solo due delle problematiche da gestire nelle riprese stereoscopiche finalizzate a schermi cinematografici dei nostri tempi; sono tante altre le norme che vanno rispettate con massima attenzione, ma riteniamo che queste siano già sufficienti per dare una precisa sensazione di inadeguatezza delle riprese in tecnica parallela.
La tecnologia di ripresa "convergente" consente anche di avere la presenza contemporanea di parti della scena in estrusione anche parziale dallo schermo (ad es. un braccio proteso verso gli spettatori) mentre altre componenti risulteranno in profondità all'interno del piano schermo (ad esempio un background lontano): questa combinazione renderà la visione della scena molto realistica e suggestiva.
ripresa convergenteLa tecnologia di ripresa "parallela" invece, non consentendo l'inversione della convergenza, avrà tutte le componenti della scena o all'interno del piano schermo o tutte al di fuori del piano schermo: tipico di queste riprese estremamente stancanti risultare "assaliti" da tutti i piani in uscita (compreso eventuali oggetti tagliati da bordo schermo con evidente window-conflict) con una fortissima sensazione di disagio che nel migliore dei casi porta a non riuscire a focalizzare gli oggetti stessi (in alcuni casi abbiamo assistito a spettatori, che osservavano questi cattivi lavori, dichiarare che non riuscivano a mettere a fuoco gli oggetti: questo avviene perchè il cervello attua una particolare forma di difesa rifiutando di concentrarsi su immagini completamente fuori parallasse.
ripresa parallela
Questa tecologia parallela è presente nella maggioranza dei prodotti cinematografici che possiamo definire brutti in quanto non coerenti in modo preciso con il nostro sistema d'interpretazione stereoscopico. Possiamo definirli addirittura cattivi quando vanno ad innescare una fatica talmente intensa da creare disagi profondi alle persone più sensibili come ad esempio i bambini che hanno distanze interoculari molto più ravvicinate. Un chiaro esempio di prodotto "cattivo" è quello con scostamenti a schermo talmente ampi per il nostro sistema di puntamento automatico, da portare i nostri occhi a divergere per mantenere la visione di immagini così distanti: il nostro impianto fisiologico accetta la convergenza o al massimo il parallelismo, ma innescando la divergenza, si può arrivare a fenomeni di nausea, specie in proiezioni prolungate.

NOTA FINALE: la tecnica di ripresa con variazioni attuate sugli angoli di convergenza e sulla distanza interottica delle telecamere richiede però molta più attenzione sul set per le infinite permutazioni sulle due variabili in gioco da calcolarsi in funzione di diversi parametri: le distanze dei diversi piani (dall'attore in primo piano al background), la gestione del problema del "windows conflict" e conseguente prevenzione della divergenza degli assi ottici dello spettatore, ecc. Inoltre, utilizzando anche angoli di convergenza, si dovrà essere consapevoli che si potranno attuare correzioni molto limitate in post produzione. Necessariamente, si dovrà quindi avere l'assistenza di un team stereografico di prolungata esperienza negli anni, così come è necessaria la presenza di un valido direttore di fotografia.
I risultati ottenibili sono però di gran lunga superiori in qualità e piacere nella visione che renderanno anche le due ore di un lungometraggio avvincenti e privi di disagi.

 


Sala Imax
Sala IMAX

proiezione Imax
Proiezione IMAX

Proiezione Imax
Proiezione IMAX

Macchina da ripresa Imax
Macchina da ripresa 3D IMAX

sala cinema
Sala cinematografica tradizionale

 
 
   
 

   
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