La storia della steroscopia

 



Grandi personaggi studiarono i principi della visione stereoscopica da Euclide nel 208 a.c. a Leonardo da Vinci nel 1584 e compresero che ciascuno dei nostri occhi percepisce un'immagine leggermente differente e che la combinazione delle due immagini ci fornisce la percezione della terza dimensione.
Altri studiosi poi si impegnarono a creare sistemi ottico-meccanici utili a riprodurre la visione tridimensionale come Sir Charles Wheatstone che nel 1840 inventò il primo apparecchio di ripresa denominato "stereoscope" conservato al Science Museum di Londra ed a questo affiancò anche un sistema di visualizzazione che permetteva di porre due immagini leggermente diverse l'una accanto all'altra. Osservandole attraverso un sistema di specchi centrale era possibile riprodurre artificialmente l'effetto della la visione tridimensionale.
Dopo il 1850 i produttori di macchine fotografiche crearono numerosissimi apparecchi "stereoscopici" (denominazione creata per indicare la capacità di rappresentare figure solide (la parola è composta dai due termini greci stereos “solido” e scopos “che guarda”).
A fianco dei produttori di macchine fotografiche "stereoscope" alcune società si specializzarono nella produzione di immagini stereo e di visualizzatori: la più nota di queste fu l'americana View-Master, fondata dopo il 1940.
Tutti questi sistemi avevano un grosso punto di vantaggio che rendeva possibile buoni risultati anche con modeste tecnologie: l'osservatore era sempre una singola persona che osservava il risultato delle riprese effettuate con apparecchi stereoscopici.
Questi strumenti quindi semplicemente riproducevano l'anatomia umana ponendo due ottiche distanti 6,5 cm. (come mediamente sono posizionate le pupille umane), sia nell'apparecchio di ripresa e sia nello strumento di visualizzazione.
La procedura risulta estremamente più complessa quando si intenda effettuare riprese da mostrare contemporaneamente a più persone in una medesima sala di proiezione.

COME FANNO GLI OCCHIALI A FARMI VEDERE IN 3D?


La procedura che porta allo spettatore le due differenti immagini, fisse o in movimento, per l'occhio destro ed il sinistro affinché possa attuarsi il fenomeno della visione tridimensionale viene chiamata “stereopsi”. Questa capacità intellettiva umana produce all'interno del cervello dello spettatore la ricostruzione del rilievo rilevata dall'analisi delle differenze tra le immagini prodotte prospetticamente dai due diversi punti di vista.

A nostro parere risulta profondamente suggestivo ed entusiasmante comprendere che, nei vari sistemi di visualizzazione o proiezione stereoscopica, non vienga mostrata agli occhi dell’osservatore una reale immagine tridimensionale come quella riflessa da un oggetto solido, bensì semplicemente due immagini “piatte” che solo l’incredibile capacità di elaborazione del cervello può trasformare in una visione “concreta” interpolando virtualmente tutte le viste intermedie a quelle acquisite dagli occhi.



Marte_3D


  Locandina_Destinazione_Terra
Destinazione...Terra (1953)

Locadina_Disney_primo_3D
Melody (1953), primo cartoone animato 3D
di Walt Disney



Hondo (1954) con John Wayne